A New York il “Made in Italy Festival” lo scorso ottobre si è aperto con una serata dedicata a Nino Oxilia, nel centenario della morte in guerra, e con la proiezione del suo film “Rapsodia satanica” (1917) con Lyda Borelli, musicato da Pietro Mascagni.
La proiezione è stata introdotta da un discorso di Matteo Oxilia in cui vengono menzionate le ricerche di Patrizia Deabate su Oxilia, Fitzgerald, Gianelli e Benjamin Button.
Ecco uno stralcio del discorso di Matteo Oxilia letto a New York la sera del 18 ottobre 2017:
La verità è che il legame con gli Usa è forte. Riprendo una ricerca di Patrizia Deabate, appassionata e ricercatrice. Ha pubblicato uno studio. Era intitolato: “Nino Oxilia, l’idolo segreto di Francis Scott Fitzgerald?”. Nino Oxilia fu un poeta crepuscolare torinese (Benito Mussolini riprese una sua famosa creazione, “Il Commiato”, per riproporla come inno del fascismo, chiamato “Giovinezza”), nonché regista delle dive del cinema muto.
Questo è il punto di origine sia della prosa dello scrittore americano, sia dell’attività cinematografica di Oxilia. Come è nata questa ricerca? È partita dall’indagine sulle possibili derivazioni de “Il curioso caso di Benjamin Button”, racconto di Fitzgerald del 1922 divenuto film da Oscar, dalla “Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino” del poeta crepuscolare Giulio Granelli. Non solo: il film muto su Giovanna D’Arco fu proiettato per la prima volta proprio negli Usa ed ebbe un successo incredibile. Il primo lungometraggio muto sul tema, su una donna emancipata, per la libertà.
A nome della mia famiglia, onorata di essere qui a New York anche se non di persona, vi salutiamo con grande affetto e stima. La stessa che riponiamo in Eugenia Paulicelli con la quale ci siamo coordinati e che ha pensato di coinvolgerci con deliziosa coerenza e passione.
Leggi il discorso completo di Matteo Oxilia: QUI
Leggi l’articolo apparso su “La Voce di New York”: QUI
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Lyda Borelli in “Rapsodia satanica” (Nino Oxilia, 1917) |