“La Biblioteca di via Senato Milano”

A. XII, n.9, settembre 2020, pp.54-58.

Da Giulio Gianelli a Francis Scott Fitzgerald

di Carlo Sburlati (Giuria Premio Acqui Storia)

É stata accostata alla figura di Hedy Lamarr, la diva geniale di Hollywood che nel 1942 brevettò la tecnologia wireless che oggi è alla base della telefonia mobile. Patrizia Deabate è una giovane ricercatrice che, come rilevato da Aldo Cazzullo sul settimanale Io Donna del Corriere della Sera, in comune con la Lamarr ha una professionalità non accademica, a dispetto dei sorprendenti esiti delle sue ricerche. Ad Acqui Terme lo scorso dicembre è stata insignita del Premio Acqui Inedito alla prima edizione, dalla giuria che è in parte la stessa del famoso Premio Acqui Storia. Il volume risultato vincitore è, per la sezione dedicata ai saggi, Il misterioso caso di Benjamin Button da Torino a Hollywood che sarà presto in libreria. La Deabate ha indagato sulla possibilità di una derivazione del celebre racconto statunitense Il curioso caso di Benjamin Button (1922) di Francis Scott Fitzgerald (1896-1940) divenuto il film Premio Oscar del 2008 con Brad Pitt, dalla Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino scritta nel 1911 dal poeta crepuscolare torinese Giulio Gianelli (1879-1914). Non soltanto l’autrice è riuscita a dimostrare come sia stata possibile e plausibile tale derivazione, ma ha anche rilevato, nei romanzi fitzgeraldiani, quelli che potrebbero essere riferimenti “in codice” ad un altro poeta crepuscolare torinese: Nino Oxilia (1889-1917). Segnali che potevano essere colti soltanto da chi conoscesse molto bene le liriche (alquanto trascurate dalla critica) del poeta soldato caduto a ventotto anni al fronte della Prima Guerra Mondiale, ricordato soprattutto quale autore teatrale della commedia Addio giovinezza! (1911) e direttore di scena delle dive internazionali del cinema muto: Lyda Borelli, Francesca Bertini, Pina Menichelli, Maria Jacobini alla quale fu legato. Oxilia fu anche l’autore dell’Inno dei Laureandi Il Commiato del 1909, che dopo essere essere passato al fronte con gli Arditi e a Fiume con D’Annunzio, per vent’anni avrebbe assunto un ruolo equivalente a quello di inno nazionale, con il titolo di Giovinezza. Ad una attenta lettura del libro inedito, che colpisce per l’originalità e la vasta documentazione già evidenziate dalla giuria, ci si rende conto che l’analogia con le ricerche della Lamarr non è affatto superficiale. La bellissima attrice, della quale è stata recentemente pubblicata in Italia la biografia romanzata di Marie Benedict La diva geniale (Piemme, 2019), nata in Austria e fuggita in Stati Uniti, ebbe l’intuizione decisiva suonando il pianoforte a quattro mani con il compositore George Antheil. A Hollywood, mentre lui guidava un’esecuzione giocosa cambiando brani all’improvviso e obbligando lei a fare altrettanto per mantenere la sincronia, le venne l’idea di un sistema che cambiasse canale radio a intervalli regolari per rendere blindato il comando a distanza dei siluri: una trasmissione di frequenze invulnerabile alle intercettazioni, utile per procedere a colpo sicuro nella guerra contro il nazismo. Il “Sistema di comunicazione segreta” fu registrato nel 1942, salvo poi essere quasi completamente ignorato fino al 1985, quando venne abolita la segretezza militare del brevetto. Leggendo il libro della Deabate, pare di cogliere un qualcosa di simile. Se esistono riferimenti a Oxilia nei romanzi di Fitzgerald, perché nessuno se n’era accorto prima? La risposta sta nel cambiamento del “canale di trasmissione”, ossia nella diversità delle forme di espressione in cui si estrinsecarono le vocazioni artistiche sia di Oxilia che di Fitzgerald: i riferimenti sarebbero “incrociati”, coinvolgendo arti diverse. Le biografie dei due Autori, messe a confronto nel primo capitolo, sono incredibilmente simili: in molti casi, puntualmente documentati, sono addirittura uguali le parole a loro dedicate da biografi e critici. Oxilia era di sette anni maggiore di Fitzgerald ed ebbe tutti i requisiti per essere considerato un punto di riferimento, un modello dallo scrittore americano. La ricercatrice, avendo in mano le chiavi del “codice” ossia le liriche oxiliane, ha seguito costantemente il filo invisibile trasversale ai diversi ambiti in cui Oxilia e Fitzgerald furono attivi: il teatro studentesco, la goliardia, il giornalismo, la composizione di canzoni, la poesia, l’impegno militare, il patriottismo (Fitzgerald portava il nome dell’illustre parente Francis Scott Key, compositore dell’inno nazionale degli Stati Uniti), il cinema: lo scrittore americano fu anche sceneggiatore e visse i suoi ultimi anni vicino alle stelle di Hollywood, tra cui Hedy Lamarr. Oxilia e Fitzgerald furono entrambi poeti della giovinezza ed ebbero la vita rivoluzionata, a poco più di vent’anni, dal successo travolgente di opere specchio della loro generazione: rispettivamente la pièce teatrale Addio giovinezza! nel 1911 e il romanzo This Side of Paradise nel 1920. É stato giocoforza, per l’autrice premiata ad Acqui, adottare un metodo di ricerca interdisciplinare, in funzione della poliedricità dei due Autori, superando le tradizionali suddivisioni tra le arti. Per questo approccio dinamico e tridimensionale possono esserle stati di guida i principii del Futurismo, del cui fondatore alcuni anni fa la Deabate conobbe e intervistò a Roma la figlia Luce Marinetti. Bibliofila e collezionista, la giovane ricercatrice ha inoltre beneficiato del lascito dell’avvocato torinese Piero Cazzola, docente di letteratura russa all’Università di Bologna, il cui padre Ernesto era stato amico fraterno di Nino Oxilia. In particolare, tra i cimeli della collezione vi è un esemplare della prima edizione dei Canti brevi del 1909 di Oxilia con dedica e autografo dell’Autore e un esemplare della prima edizione (1911) della Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino di Giulio Gianelli.

Il volume vincitore ad Acqui Terme, ancorchè non pubblicato, ha già smosso le acque. Ha spinto l’attore e doppiatore Ugo Maria Morosi a rilasciare un’intervista rendendo pubblica una vicenda che per cent’anni è stata nota soltanto ad una ristretta cerchia di persone. Morosi, classe 1941, nella sua lunga carriera teatrale ha inanellato ruoli di primo piano accanto a personalità quali Luca Ronconi, Luchino Visconti, Garinei e Giovannini, Vittorio Gassman, Mariangela Melato, Johnny Dorelli. Ha dato la voce italiana a Morgan Freeman, Gérard Depardieu, Jim Broadbent, Martin Sheen, Billy Crystal, Al Pacino e ad altre celebrità. Tra i film doppiati si possono ricordare: A spasso con Daisy, Asterix e Obelix, Indiana Jones, Titanic, Ritorno a Cold Mountain, Harry Potter e la pietra filosofale, Il ritorno di Mary Poppins e, per la Disney, Ribelle e Alla ricerca di Dory.

La Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino fu ideata da Giulio Gianelli nel 1910 per Ugo e Mario Morosi, due orfani che il poeta aveva salvato dalle macerie mentre svolgeva attività di soccorso volontario alle popolazioni colpite dal terremoto di Messina del 1908. L’edizione originale reca la dedica “A Ughetto e Mariù, due cuori nel mio cuore, questo libro, ispirato dalla loro dolcezza, dedico”. I due fratellini non furono soltanto i dedicatari e gli ispiratori della storia, ma vennero anche inseriti, all’interno di essa, quali personaggi, con i loro veri nomi. Gianelli li trasse fuori dalle macerie, portandoli poi con sé a Roma quali figli adottivi. Si occupò del loro sostentamento e riuscì a farli studiare presso il Collegio Nazzareno. Durante la ricreazione, passava a trovarli a scuola raccontando giorno per giorno la fiaba di Pipino, che nacque così. Erano il padre e lo zio dell’attore e doppiatore Ugo Maria Morosi, il quale conserva i ricordi del poeta tra cui una cartolina che Guido Gozzano, di ritorno dal proprio viaggio in India, aveva spedito all’amico Gianelli. Come noto, entrambi i poeti erano malati di tisi: spirarono rispettivamente nel 1916 e nel 1914, poco più che trentenni. Morosi ha reso omaggio a Gianelli per due volte nell’ambito della propria attività teatrale, negli Anni Novanta. La prima fu a Trieste, durante una lettura di poesie crepuscolari organizzata dal Teatro Lirico, con accompagnamento del Maestro Paolo Longo. La seconda volta fu al teatro Carignano di Torino, in cui Morosi era impegnato, nella compagnia di Mariangela Melato, con L’Affare Makropulos per la regia di Luca Ronconi. Durante una declamazione di poesie di argomento natalizio, raccontò al pubblico del Carignano la storia di suo padre e suo zio. Disse che proprio da Torino era partito un poeta che sicuramente aveva amato il teatro, dato che, come noto, quando spirò a Roma, la grande Eleonora Duse gli portò personalmente un mazzo di fiori di campo. In onore del poeta Gianelli che aveva salvato suo padre, l’attore declamò la lirica Prima neve.

La Storia di Pipino é stata probabilmente lo spunto per la novella I misteri dell’Isola di San Giulio di Gianni Rodari; Umberto Eco nel suo romanzo Baudolino menzionò espressamente Giulio Gianelli e il suo libro, che nel Novecento ha avuto decine di ristampe, per i tipi della Società Editrice Internazionale, trasmettendo insegnamenti di vita a generazioni di ragazzi italiani. L’attenzione per i bambini caratterizzò anche il figlio putativo del poeta, Mario Morosi, che ne seguì l’esempio: dopo la laurea in medicina volle impegnarsi in favore degli orfani. Quindi decise di andare ad esercitare la professione in un orfanotrofio a Monterosso al Mare, dove si innamorò di Angiola, la direttrice, che divenne poi sua moglie. La tenerezza verso l’infanzia ha caratterizzato quindi anche loro figlio, l’attore Ugo Maria Morosi, che ha doppiato i personaggi dei film Disney tenendo presenti i principii di Giulio Gianelli: la bontà e lo spirito poetico.

Pertanto, si può affermare che Il misterioso caso di Benjamin Button da Torino a Hollywood di Patrizia Deabate, dopo il conferimento del Premio Acqui Inedito e ancor prima della pubblicazione, abbia suscitato curiosità e interesse. Si tratta infatti di un saggio geniale, originale e sorprendente, che dopo l’uscita in libreria saprà offrire senza dubbio molti spunti per dibattiti e per ulteriori ricerche di respiro internazionale.

FROM GIULIO GIANELLI TO FRANCIS SCOTT FITZGERALD

Is it possible that Francis Scott Fitzgerald (1896-1940) got his inspiration for The Curious Case of Benjamin Button (1922), adapted into the 2008 Oscar-winning film with Brad Pitt, from a children’s book printed in Italy in 1911? According to the researcher Patrizia Deabate this is possible. Making an extensive use of documents, Deabate reconstructs how Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino,written by the Turin Crepuscolar poet Giulio Gianelli (1879-1914), may have been for the American author the source for his well-known novel. But what could be the link between the two writers, who never knew each other? In all likelihood,another poet: Nino Oxilia (1889-1917).

http://www.bibliotecadiviasenato.it/index.php/il-mensile-bvs-presentazione/il-mensile-bvs-archivio

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